tag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.comments2012-06-08T14:08:05.635+02:00la chitarra blu ...marinahttp://www.blogger.com/profile/04949817607505164949noreply@blogger.comBlogger14125tag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-27916642942930646002012-06-08T14:08:05.635+02:002012-06-08T14:08:05.635+02:00Paolo grazie per queste righe. Ogni volta che ti l...Paolo grazie per queste righe. Ogni volta che ti leggo ho la sensazione duplice di sapere già di cosa parli e di scoprire, però, ogni volta sfumature e collegamenti di senso nuovi, secondo la combinazione di parole che presenti. Il risultato è paradossale: un'illuminazione che pesca dal buio domande moltiplicate.<br />Mi fai immediatamente ricordare tutte le volte in cui sono stato a contatto con la natura, in cui il movimento tra gli elementi (la terra, l'acqua, il ghiaccio, la pietra...) è stato il canale per simboleggiare col mondo, per sentirmi simboleggiato dal mondo. Questa possibilità del corpo di incontrare se stesso nel movimento, nel movimento nell'ambiente naturale, continua ad interrogarmi e a risuonare con questi pensieri. Mi piacerebbe un giorno parlarne insieme....<br />GerardoGerardohttps://www.blogger.com/profile/02533760966212004465noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-69532316615709225562012-02-05T10:35:46.885+01:002012-02-05T10:35:46.885+01:00Gentile Luisanna, grazie per il suo commento. Se v...Gentile Luisanna, grazie per il suo commento. Se vuole ritrovare una proposta contoreducativa in linea con le nostre idee, questo testo e altri anche non pubblicati nel blog, li trova in un piccolo volume dal titolo Piccolo manuale di controeducazione, Mimesis, Milano. Tra i pochi, bisogna unire le forze!paolo mottanahttps://www.blogger.com/profile/04570474987067911334noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-3560436752021050572012-02-04T22:34:09.768+01:002012-02-04T22:34:09.768+01:00Sono estasiata dalla lettura di questo post in que...Sono estasiata dalla lettura di questo post in questo blog che scopro per caso.Finalmente senza pudore qualcuno osa dire con passione e vigore che non c'è altro che il piacere del fare insieme, della scoperta, della fatica e dei legami che sapremo costruire nelle nostre aule scialbe e spente dove stiamo perdendo ciò che di più bello e prezioso entra: i nostri bambini, i nostri ragazzi, il futuro. Io sono una maestra di scuola elementare e costruisco, come un artigiano, contesti di apprendimento, dove i miei bambini provano la fatica del fare che sarà poi ricompensata dal piacere di sapere. Lo dico con gioia, perchè la didattica attiva e cooperativa, porta in sè questo valore di costituirsi come una piccola comunità solidale, dove la vita entra a pieno titolo. E' vita vera alimentata da una costante ricerca, secondo la norma freinétiana (Celestin Freinét) dell’ expérience tatonnée: ricerca sempre aperta condotta per prove ed errori, con atteggiamento critico poiché non c’è via che possa considerarsi definitiva e valida per tutti, non vi è procedimento che non debba essere integrato e aggiornato,adeguato alle circostanze ambientali per costruire davvero il gusto dell'imparare e del sapere.Luisanna Arduhttps://www.blogger.com/profile/08555230653970241244noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-39693277830548326562011-12-31T18:37:40.360+01:002011-12-31T18:37:40.360+01:00E se la verità come spesso accade fosse nel mezzo?...E se la verità come spesso accade fosse nel mezzo? e se il 68 fosse una una rivoluzione incompiuta in cui una parte della carica libertaria si è trasformata in una trasformazione 'pornografica' dell'immaginario collettivo un'altra parte ha portato sicuramente buoni frutti .I buoni e i cattivi frutti si vedono in forme avvolte sconcertanti anche nelle società del nord Europa,società in cui il 68 è stato molto più incisivo anche se meno traumatico che in Italia.Ovunque il 68 si è fuso in parte (forse inevitabilmente ) con la società dei media e dei consumi.Il terrorismo è stato, forse mi sbaglio, anche la coscienza questa sconfitta.Nicola Dinoianoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-70227249784147837432011-12-24T16:18:21.509+01:002011-12-24T16:18:21.509+01:00Temo di sì, almeno fino a quando non avremo messo...Temo di sì, almeno fino a quando non avremo messo a punto la farmacopea adatta per non essere appestati non solo dai Perniola e compagni ma soprattutto dalla schiatta necromantica dei giornalisti....paolo mottanahttps://www.blogger.com/profile/04570474987067911334noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-20494801609120244462011-12-24T15:06:47.641+01:002011-12-24T15:06:47.641+01:00Da uno che il 68 non l'ha visto ma l'ha se...Da uno che il 68 non l'ha visto ma l'ha sentito narrare. Questa "trasmutazione inversa" del suo significato fa davvero pensare. Distillare pensieri così mortiferi con un unico punto d'ancoraggio (il senno di poi nella sua versione più gretta), mi porta a chiedere: Ma esiste qualche referente condivisibile che può evitare tutto ciò? o nel circo delle opinioni saremo sempre costretti ad ascoltare questi (sado)masochistici esercizi di elitario intelletto?<br />Andrecoppeliushttps://www.blogger.com/profile/10630502673704610764noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-82594751678671415692011-07-06T13:38:44.450+02:002011-07-06T13:38:44.450+02:00Oh yeah!
Condivido in pieno!
La pedagogia immagin...Oh yeah!<br />Condivido in pieno!<br /><br />La pedagogia immaginale va proposta soprattutto ai Pedanti Grigi Anonimi, chè i bambini non ne hanno bisogno :)<br />O mi sbaglio?Enzohttps://www.blogger.com/profile/06168998210501076477noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-69521491337976107392011-05-24T17:56:43.425+02:002011-05-24T17:56:43.425+02:00agli albori,babysitter di due giovanottini fratell...agli albori,babysitter di due giovanottini fratelli,organizzavo uscite con altri loro amichetti,la nostra meta era il parco della floridiana.raggiungevamo ,al suo interno la fontana vasca dei pesci rossi dove intorno alberi dal tronco liscio e dai rami bassi ospitavano i festanti e arrampicatori giovanotti,i corpi sudati impolverati in piena calura estiva esigevano di rimanere in mutande,di rinfrescarsi e di arrampicarsi nuvoamenta verso il cielo,aria festante.un giorno venni raggiunto da un guardiano del parco che mi invito' a far desistere i miei giovani amici dallo scorribandare,alla mia domanda:"mi scusi signora guardia,il regolamento vieta di arrampicarsi sugli alberi,in questo caso mi scusi e accetto(seppur a malincuore)o c'è un'altra ragione perchè lei mi dici questo?" mi fu risposto:"no niente vieta,il punto e che se i bambini cadono si possono far male,io lo dico per loro e per lei" ed io :"la ringrazio per la sua preoccupazione,ma quando accadra' se accadra' sarà un problema mio e non suo".fabio cedrolaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-5209890049003498502011-01-07T19:33:25.320+01:002011-01-07T19:33:25.320+01:00Mi chiedo se l'unica risposta possibile alla d...Mi chiedo se l'unica risposta possibile alla domanda "ma come fa? possibile?" non sia che tutte le rinunce e le deprivazioni trovano costantemente in noi una fonte di piacere che le giustifica. Non perché l'anima sia come un libro contabile, ma perché anche la peggiore malattia è sempre una soluzione a un problema. Anche uno stile di vita come il suo, in cui forse è il potere ciò che gratifica. E siccome noi non possiamo farci nulla, l'unica cosa che possiamo fare non è diretta a lui, ma ai meccanismi economico-politici che permettono ad una vita così amara di condizionare (forse ben più) amaramente la vita di molte altre persone. Condivido il senso di tristezza che Marchionne comunica. Ma non ho potuto fare a meno di pensare che se fossi un operaio Fiat non mi porrei nemmeno il problema; come dire: il cancro non va solo compreso ma anche combattuto. Ecco, provo profonda tristezza per tutto ciò che ha portato Marchionne a essere ciò che è, dopodiché ognuno conta anche sulla propria intenzionalità e creatività, sulle soluzioni che trova ai propri mali. Non riesco a provare pena per le sue scelte di vita, direi invece rabbia.gerardonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-86268561064252155432010-10-08T18:51:06.733+02:002010-10-08T18:51:06.733+02:00Sì sì, ecco! C'era qualcosa che stonava al mio...Sì sì, ecco! C'era qualcosa che stonava al mio orecchio quando ascoltava amici di sinistra, provenienti da classi sociali umili, con genitori spesso alieni dal mondo universitario inneggiare al merito! Il merito associato al riscatto per chi non ha appoggi e strade spianate, ma può solo contare sulle proprie forze! E allora giù a lottare per il "vessillo" emancipativo. Una retorica forte, confesso che mi ci sono anche riconosciuto per un po'... Ma ahi, l'orecchio vuole la sua parte...e ha sentito l'inno di un trionfalismo sgangherato...coppeliushttps://www.blogger.com/profile/10630502673704610764noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-77998697076564500332010-10-08T18:05:08.379+02:002010-10-08T18:05:08.379+02:00Mentre leggevo ho ripensato alla distinzione tra &...Mentre leggevo ho ripensato alla distinzione tra "il valore" e "il bene". In una lezione di qualche anno fa il professor Natoli raccontava che, dal punto di vista dell'antichità, parlare di valori era già fare opera di degradazione rispetto all'idea di bene. Aristotele pensava al "bene" e non ai valori che invocavano già in sè la possibilità di un uso strumentale delle cose, la possibilità di piegarle e ridurle a piacimento. Oggi questo è un ragionamento che sotto diversi aspetti mostra i suoi limiti, ma forse proprio perchè inattuale, porta in sè categorie di esperienza di cui ci stiamo privando. Guardare a un'opera d'arte come "bene" verso il quale relazionarsi per imparare uno sguardo nuovo attraverso i tessuti simbolici che sprigiona chiede una postura del tutto differente da quella, imperante, che cerca di fruirla in base ai propri valori. E che in base ad essi tenta di soppesarla sul "valore massimo" quello del mercato. Sigh.<br />Andrecoppeliushttps://www.blogger.com/profile/10630502673704610764noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-14888938058193352812010-10-08T17:46:08.024+02:002010-10-08T17:46:08.024+02:00E pensare che spesso l'uso della meritocrazia ...E pensare che spesso l'uso della meritocrazia viene surrettiziamente portato a supporto di una maggior tutela di chi viene a contatto con un professionista. Una sorta di "garanzia di qualità" per il consumatore, che mi sembra essere uno dei (falsi) miti del paradigma in cui ci troviamo. Si certifica che il professionista tal dei tali in termini di efficacia ed efficienza vi potrà offrire un servizio di qualità. Basta però grattare la superficie del pacco, aprirlo alle dimensioni di cui parla meravigliosamente Paolo e ci si accorge di quanto riduzionismo aleggia su questo ragionamento. Personalmente il "rapporto col sapere" che una persona intrattiene è una delle dimensioni che mi appassiona, emoziona e interroga di più. Fatico spesso nei servizi sociali, dove abito in parte, ad aprire scenari che seguono questa direzione, così come a sorvegliare un linguaggio tecnicistico in cui mi trovo immerso. Il rischio è quello di condividere premesse profonde di una "cultura" della cura che ricalca ideali non espliciti di civilizzazione imposta all'altro. Col rischio di trasformarci tutti in tecnocrati. Brrrrrrrr<br />Oddio che scenario!!!<br />Grazie per la riflessione Paolo<br />Andreacoppeliushttps://www.blogger.com/profile/10630502673704610764noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-82005013870952967952010-10-01T15:52:47.465+02:002010-10-01T15:52:47.465+02:00Mi trovo vicina a questa sensibilità di sguardo an...Mi trovo vicina a questa sensibilità di sguardo ancor più ora che sto vivendo un'esperienza di vita all'estero, immersa nell'inusuale (per noi italiani)atmosfera culturale parigina. Purtroppo la nostra Italia politica ci sta distruggendo sempre più a livello umano e mi risulta un pò difficile comprenderne il motivo, dal momento che, se solo si affacciasse sul proprio vicinato europeo vedrebbe delle realtà che progrediscono anche perchè credono nella forza della cultura,nella sua lenta ma significativa azione sul presente e sul futuro sociale ed economico del Paese. Ma concordo sul fatto che, avere delle autorità politiche cieche che guardano al rendiconto consuntivo del Paese senza considerare con delicatezza (e astuzia?)dove poter attuare la missione del "taglia e ri-cuci", non dovrebbe fermare la nostra azione di salvaguardia e propaganda della cultura nazionale ed internazionale, in particolar modo di quelle culture artistiche che per forza di cose vengono considerate di nicchia (la musica contemporanea,per esempio) perchè conosciute dai pochi. M'anch'esse CI appartengono, anch'esse sono parte della NOSTRA realtà, sono "espressioni di vita" costituenti la medesima cultura che abbiamo il "bisogno" di rispettare, di gridare -attraverso la continua attenzione alla dimensione artistica- affinchè non muoia. La responsabilità quindi rimane SOPRATTUTTO nostra(mia in quanto studentessa,tua in quanto artista,sua in quanto professore o formatore,loro in quanto curiosi,nostra in quanto cittadini di spazi da vivere): lasciare segni-segnali di ESERCIZIO allo sguardo è il compito di coloro che sono dalla parte della cultura, che non sono necessariamente "artisti"in senso stretto ma che possono aiutare l'artista - e vi assicuro che in lui il desiderio è forte- a depositare la propria opera in mani curiose,rispettose,attente e soprattutto, instancabilmente innamorate.<br /><br />CarlaCarlahttps://www.blogger.com/profile/04341955246018464304noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-731002418504657442.post-40961371705039018092010-08-25T18:54:39.091+02:002010-08-25T18:54:39.091+02:00Le "vere" immagini sono potenti, rivela...Le "vere" immagini sono potenti, rivelatrici ma spesso troppo ermetiche per lo sguardo sfuggente dell'uomo contemporaneo che non ha tempo (o ha timore) persino di guardare con la coda dell'occhio nell'animo del mondo che lo circonda. La parola può apparire un linguaggio più comune, ha un suono che spaventa di meno. Forse è questione di abitudine, e noi purtroppo ci abituiamo più velocemente al cotone, per dirla con una metafora, piuttosto che alla lana "che punge" ma è un po' più calda. Si potrebbe usare allora la parola (maneggiandola con delicatezza!) per prendersi cura delle parole stesse, accettando la loro funzione "innocua" di significante e pensando che siamo noi stessi ad oberarle dei loro più o meno gradevoli significati. Ho sempre creduto che la parola sia uno strumento che abbiamo a disposizione per comunicare, non penso sia una strega con sguardo capzioso, ma una bambina ingenua che si affida. Pertanto, personalmente non mi spaventa nè "il merito" nè "la meritocrazia", ma il fatto che siano in pochi , nelle istituzioni educative o più in generale nella nostra società,coloro che si battono affinchè la lotta non sia verso le parole "scomode", ma verso IL significato ad esse attribuito da coloro che mossi da (egoistica)bramosia subdolamente ne traggono dei vantaggi. Allora si potrebbe contrattaccare "con le stesse armi" (con lo stesso coraggio) scegliendo nel nostro piccolo di aprire non il fuoco bensì le menti (anzitutto la propria), lavorando al fianco di una innocua e consapevole furbizia piuttosto che della rabbia o della vendetta di chi "si sente preso in giro". Le parole, a ben guardare, assomigliano a burattini mossi da noi stessi, possiamo decidere in qualsiasi momento di cambiare il loro ruolo sul copione se crediamo possa esisterne uno "migliore" per tutti, magari affidando loro la particolarità di essere un contenitore in cui i significati possano venire di volta in volta rielaborati, riadattati ai tempi ed ai contesti; sì,"fare posto ad un vocabolario più ampio" come dice Paolo, ma che serva anche per rimodellare quelle parole che perdono la loro innocenza apparendo scontrose e violente; e forse anche per abituare la nostra mente alla "molteplice identità" intrinseca nelle cose, nei concetti, che condurrebbe senza dubbio ad un più naturale atteggiamento volto alla sospensione della critica,del giudizio immediato. Certo non si stravolge il mondo in un giorno (forse non è il mondo a dover essere imputato) ma se i pochi, che credono possa esistere un miglior modo per vivere insieme (nel rispetto della sensibilità altrui, nella valorizzazione di uno sguardo alla persona e non alla sua sapienza), se questi "pochi" cominciassero a fidarsi di più "dell'effetto a farfalla", oddio forse soprattutto del proprio "buon" senso comunitario, non riterrebbero inutile nemmeno continuare a seminare.Carlahttps://www.blogger.com/profile/04341955246018464304noreply@blogger.com